ARTURO IL PORTACUCITO

VENDUTO

Arturo: il risveglio di un gentiluomo dimenticato.

Immagina una nonna con ago, ditale e occhiali grandi, seduta accanto a una finestra inondata di luce. Oppure una ragazza, a terra, che ricama in silenzio.
E in mezzo a loro, lui: il fedele compagno, discreto, presente, paziente.
Sessant’anni fa, Arturo era parte di una scena quotidiana, oggi quasi scomparsa.

L’ho trovato in un angolo polveroso, sommerso da vestiti e coperte. Ridotto maluccio, diciamolo.
Gambe di ferro arrugginite, ante scorrevoli fuori uso, struttura traballante. Un "coso", direbbero molti. Io, invece, ci ho visto un mondo.

È questo il bello del mio lavoro: immaginare ciò che non si vede ancora.
Per Arturo, ho sognato un futuro luminoso, dove tornasse protagonista. Non l’ho levigato, no.

L’ho ricostruito, pezzo dopo pezzo. Era in multistrato, e mancavano delle parti: ho modellato bordi in faggio su misura, incollato, stuccato, levigato.

Con pazienza. Con rispetto. Con cura.

È questo il bello del mio lavoro: immaginare ciò che non si vede ancora.
Per Arturo, ho sognato un futuro luminoso, dove tornasse protagonista. Non l’ho levigato, no.

L’ho ricostruito, pezzo dopo pezzo. Era in multistrato, e mancavano delle parti: ho modellato bordi in faggio su misura, incollato, stuccato, levigato.

Con pazienza. Con rispetto. Con cura.

È questo il bello del mio lavoro: immaginare ciò che non si vede ancora.
Per Arturo, ho sognato un futuro luminoso, dove tornasse protagonista. Non l’ho levigato, no.

L’ho ricostruito, pezzo dopo pezzo. Era in multistrato, e mancavano delle parti: ho modellato bordi in faggio su misura, incollato, stuccato, levigato.

Con pazienza. Con rispetto. Con cura.

Il vestito nuovo? Verde salvia, steso a pennello.
Le gambe di ferro? Stiracchiate con uno scrub deciso a spazzola d’acciaio e poi smaltate color vaniglia. Un tocco d’antico sulle antine per ricordare chi era.

Oggi Arturo è pronto a reinventarsi: libreria, fioriera, portagiochi, ciò che vuoi.
Ha un’anima nuova, ma non ha dimenticato chi è stato.
Ora è libero. E bellissimo.

Il vestito nuovo? Verde salvia, steso a pennello.
Le gambe di ferro? Stiracchiate con uno scrub deciso a spazzola d’acciaio e poi smaltate color vaniglia. Un tocco d’antico sulle antine per ricordare chi era.

Oggi Arturo è pronto a reinventarsi: libreria, fioriera, portagiochi, ciò che vuoi.
Ha un’anima nuova, ma non ha dimenticato chi è stato.
Ora è libero. E bellissimo.

Il vestito nuovo? Verde salvia, steso a pennello.
Le gambe di ferro? Stiracchiate con uno scrub deciso a spazzola d’acciaio e poi smaltate color vaniglia. Un tocco d’antico sulle antine per ricordare chi era.

Oggi Arturo è pronto a reinventarsi: libreria, fioriera, portagiochi, ciò che vuoi.
Ha un’anima nuova, ma non ha dimenticato chi è stato.
Ora è libero. E bellissimo.